La tecnologia informatica è utile. Aiuta a vivere meglio. Quindi la si apprezza. Ma c’è anche chi con l’informatica si guadagna da vivere. Aiuta a vivere. C’è, infine, chi ama la tecnologia e l’informatica, e che come il filatelico più meticoloso, esperto e appassionato, ne segue l’evoluzione e ne commenta le vicende finanziarie, economiche, tecniche e sociali.
Un sito che si occupa di tecnologia (e di tecnologia applicata all’informatica in particolare), quindi, si trova nelle condizioni di dover aiutare, illustrare, confrontare, consigliare, orientare un vasto ed eterogeneo pubblico. A questo punto si possono prendere due decisioni, entrambe lecite e condivisibili: o ci si specializza negli argomenti e nel tenore degli articoli oppure si scade in una sorta di chiacchiericcio con un rumore di fondo che ha qualcosa a che vedere con quelle scatole con mouse e tastiera.
La scelta più difficile e rischiosa è quella di procedere nel mezzo, in equilibrio tra informazione tecnica e costume, con un occhio ai tecnomani e uno ai curiosi. Questa è la scelta che mi sembra abbia compiuto www.hwupgrade.it, il sito italiano sulla tecnologia come esso stesso si presenta nel suo pay off. E di questi aspetti parliamo con il suo fondatore e direttore, Paolo Corsini.
Buongiorno Paolo, la storia della nascita e sviluppo della tua creatura è ben documentata nel sito stesso. Ma una domanda che viene naturale porsi di fronte a iniziative di successo come questa è la seguente: credi che il tuo progetto sia nato al momento giusto, cioè la fine degli anni ’90, terreno fertile per lo sviluppo di iniziative legate alla rete che allora andava diffondendosi pur non essendo ingolfata da mille voci più o meno autorevoli, oppure che, anche oggi, sia possibile strutturare nuove idee nel campo della divulgazione informatica?
Se è stato il momento giusto, di certo questo è avvenuto inconsapevolmente: Hardware Upgrade è nato per passione e non di certo per spirito imprenditoriale. Detto questo, credo che la bellezza del web sia quella di dare spazio a chiunque abbia la volontà di sviluppare un proprio progetto; se alla fine degli anni ’90 gli spazi erano decisamente maggiori in quanto erano pochi i siti, d’altro canto gli strumenti a disposizione erano molto limitati. Quest’oggi è più semplice in termini di strumenti, ma ben più complicato promuovere e far crescere “dal basso” una propria proposta informativa on line.
Gli spazi ci sono: ho più l’impressione che si voglia ottenere subito un risultato che richiede tempo prima di arrivare.
È possibile avere qualche numero sulla realtà di hwupgrade: visitatori, pagine, news pubblicate, personale e risorse impiegate?
Rendiamo pubblici i dati di traffico mensili di Hardware Upgrade, come rilevati da Google Analytics a questo indirizzo.
In sintesi: 1,8 milioni di utenti unici e 24 milioni di pagine a Gennaio 2007. Notizie pubblicate: una media di 350 al mese; per gli articoli cerchiamo di mantenere la media di 1 al giorno durante i giorni infrasettimanali ma nei prossimi mesi alcune novità strutturali che implementeremo porteranno ad un aumento del numero di articoli pubblicati ogni settimana.
A questo si aggiungono i post del forum, generati dalla community (che sono oltre 15.000 al giorno in media) e i download della sezione software.
Struttura: in redazione lavoriamo in 7 a tempo pieno, ai quali si affiancano 3 freelance esterni che seguono alcune sezioni verticali. Da non dimenticare i moderatori, appassionati che volontariamente aiutano a gestire il forum di discussione.
La tecnologia, segnatamente quella informatica e digitale, si sta espandendo in direzioni sempre più variegate, prendendo possesso dell’anima di apparecchi già esistenti da anni, ma che in principio erano quasi esclusivamente meccanici: telefonia mobile, macchine fotografiche, elettrodomestici, televisori, lettori musicali, cornici fotografiche. Sono in atto cambiamenti del costume dovuti a questa invasione digitale? Le masse stanno imparando a convivere con queste tecnologie che innovano, se non nelle idee, di certo nelle funzioni offerte?
È indubbio che la tecnologia abbia invaso la vita di ognuno di noi in modo massiccio: basti osservare la diffusione dei lettori MP3 nelle mani di persone tradizionalmente lontane da dispositivi elettronici, per non parlare dei telefoni cellulari che, quantomeno in Italia, sono equiparati purtroppo ai bisogni primari.
I cambiamenti di costume sono particolarmente evidenti, e non solo tra gli addetti ai lavori. Qualche giorno fa, durante una pausa caffè in redazione, discutevo con un mio collega di come il nostro approccio alla rete abbia così tanto cambiato il nostro modo di essere da farci ritenere impensabile vivere in un’abitazione non coperta da banda larga, ora che vi siamo abituati: è un esempio di come la possibilità di accedere alla tecnologia influenzi in modo molto forte decisioni importanti della nostra vita quotidiana.
Se abbiamo bisogno di un’informazione la cerchiamo online, non altrove, e questo è sempre più vero per un ampio bacino di persone che non sono identificate nello stereotipo dell’appasionato d’informatica. La direzione è quindi chiaramente segnata, con però a mio avviso il serio rischio di una “spersonalizzazione” dei rapporti interpersonali. Un esempio pratico sono i rapporti virtuali che ognuno di noi detiene, per un ampio bacino di utenti, soprattutto giovani, in numero ben superiore a quelli reali con le persone che s’incontrano ogni giorno. La tecnologia è funzionale all’ottenimento di un risultato ma in alcuni contesti può diventare mezzo e fine allo stesso tempo, un errore nel quale è bene non cadere.
Tecnologia significa business ma anche enterainment, affari ma anche divertimento per dirla all’italiana (anche se in maniera un po’ imprecisa): quanto è importante la componente ludica (animazioni, piacevolezza delle interfacce, funzioni di svago) nelle strategie delle componenti industriali dell’universo tecnologico?
Moltissimo, soprattutto ora che la tecnologia sta andando sempre più verso la massa. Se fino a qualche anno fa un prodotto di tecnologia poteva essere considerato per certi versi asettico e freddo, ora il design e l’appeal rivestono un ruolo fondamentale per il successo commerciale di un prodotto tecnologico.
L’esempio più lampante degli ultimi anni è il fenomeno iPod: tecnologicamente un prodotto molto valido ma non privo di difetti, supportato da un design e da una campagna marketing che hanno reso Apple un modello di riferimento. Oggi Ipod è quello che per Sony è stato il Walkman negli anni '80: il marchio di un’azienda che è diventato perfetto sinomino di un prodotto, al punto che il vasto pubblico non sappia bene cosa sia un “lettore MP3 portatile”, ma definisce alla perfezione un iPod.
Le tecnologie e i modi di fruizione alla base di un sito importante come hwupgrade vanno di pari passo con i nuovi strumenti che il web mette a disposizione (feed rss, blog, forum). Da addetto ai lavori, quali altre potenzialità di atomizzazione e personalizzazione dell’informazione metterà a disposizione la rete per l’utente?
Sentiamo molto spesso parlare di Web 2.0, fenomeno che vede gli utenti sempre più come coloro che contribuiscono a creare l’informazione o quantomeno a perfezionarla. Da anni in Hardware Upgrade gli utenti possono discutere attivamente nei forum e commentare ogni articolo che la redazione produce: mi piace pensare che da molto tempo siamo “Web 2.0 compliant” prima che si parlasse di Web 2.0.
Difficile dire cosa ci possa prospettare il futuro in termini di interazione tra realtà on line e fruitori della rete: siamo molto incuriositi e attivamente proiettati verso l’utilizzo di audio e video all’interno del nostro prodotto editoriale ed è in questa direzione che stiamo lavorando da alcuni mesi a questa parte. La bellezza del web è proprio nella sua estrema flessibilità, quindi pronosticare ora quello che potrà essere l’informazione on line tra 2 anni è ben più di una scommessa.
Non può mancare un accenno alla sicurezza. Delle informazioni immagazzinate sui server di mezzo mondo si occupano (in teoria) persone in grado di fronteggiare i temibili attacchi che verranno sferrati da utenti con diverse finalità (esplorative, sportive, criminali). Per la sicurezza dell’utente casalingo, l’anello più sprovveduto della catena, quali strumenti esistono e quali sistemi ti credi in dovere di consigliare?
A parte i vari strumenti hardware e software che il mercato mette a disposizione, uno dei migliori tool antivirus è il buonsenso: evitare di navigare in siti non sicuri, non cliccare sulla prima cosa che appare, utilizzare al meglio antivirus, antispam e quant’altro sia facilmente accessibile permette di aumentare la sicurezza del proprio sistema. E soprattutto pensare che non perché si è collegati da casa e poche ore a settimana non possa capitare di essere oggetto di un’infezione informatica.
Come in molti campi della vita, il buon senso unito ad un po’ d’informazione preventiva anche in questo ambito è la regola maestra.
Non nascondo una mia preferenza per il software open source, almeno filosoficamente, che si sta ritagliando un piccolo ma significativo spazio all’interno della comunità di utenti di computer. Credi che il fenomeno sia destinato a crescere o rimarrà sempre e comunque una scelta personale, faticosa (in termini di facilità d’uso) e elitaria?
Dal punto di vista dell’utenza domestica ritengo che questa resterà una scelta personale e faticosa: i sistemi operativi Open Source a mio avviso troveranno spazio solo in nicchie più o meno ampie. Per quanto riguarda gli applicativi invece no: un esempio pratico è Open Office, ma ve ne sono molti altri.
Passando all’ambito professionale, soprattutto in ambiente server, la diffusione di sistemi Linux è una conferma che questo modello ha sicuramente molto spazio nel mercato. In Hardware Upgrade utilizziamo al momento attuale circa 20 server in server farm per gestire tutta la struttura: sono tutti su base Linux, salvo uno che è Windows in quanto l’applicazione che utilizza è disponibile solo per questo genere di sistemi operativi.
Finale marzulliano: quale domanda ti saresti aspettato e che invece, per tuo sollievo o per tuo dispiacere, non ti ho posto?
Di sapere quale fosse la email più “da utonto” che abbia mai ricevuto in Hardware Upgrade in ormai quasi 10 anni. Una di quelle che mi ha fatto maggiormente ridere è stata quella di un utente che, dopo una sfilza di complimenti per il sito, domandava se fosse vero che sui monitor TFT si formasse la polvere.
La risposta è stata un sibillino: “Sì, se non lo pulisce", e quella email è finita su una parete che in redazione utilizziamo per ricordare le “perle” che ogni tanto arrivano nella nostra mailbox redazionale.
1 commento:
[OT]
Scusa l'OT, ma Felipe ha pubblicato la tua richiesta di collaborazione al thesaurus italiano su Pollycoke; saresti così gentile da addurre in un commento le informazioni necessarie per unirsi al gruppo? Iscrizione al sito, contatti del gruppo, dove trovare il materiale, etc, tutto il necessario per essere dei vostri partendo da zero. Sarebbero molto utili, grazie mille e buon lavoro
--Jaba
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